Il maschio d'Ariano corrisponde al Mons Algidus cosi chiamato dai Romani. In età repubblicana La gens Aria
fece costruire un fortilizio per il controllo del territorio e per il controllo delle popolazioni degli Equi
e dei Volsci.
Tito Livio, nella Storia Romana, racconta che in questi luoghi, romani ed equi si affrontarono in duri
combattimenti per circa due secoli. Famosa è rimasta la battaglia del Monte Algido, legata alla figura
leggendaria di Cincinnato, la quale si è svolta proprio qui. Per la posizione invidiabile, i patrizi romani
edificarono diverse ville, come è testimoniato dai reperti conservati nei Musei Vaticani ed in quello del
comune di Velletri.
Le contese per il possesso del Maschio d'Ariano videro come protagonisti le potenti famiglie dei Conti di
Tuscolo, degli Annibaldi, dei Savelli e soprattutto dei Colonna. La Chiesa romana rivendicò il diretto
dominio nel Conclave che si tenne a Viterbo nel 1269, in cui la Rocca di Lariano fu definita praetiosa.
Nel 1417 il cardinale Oddone Colonna salì al soglio pontificio con il nome di Martino V e riassegnò il Castello
ai suoi parenti, ma nel 1431 morì e il nuovo pontefice papa Eugenio IV revocò tutti i privilegi che i Colonna
avevano conseguito sotto Martino V.
I Colonna si rivoltarono contro le decisioni del Papa, costringendolo a fuggire in barca lungo il Tevere per
rifugiarsi prima a Firenze e poi a Bologna. Eugenio IV reagì scomunicando i Colonna.
La scomunica comportava la confisca dei beni e tra questi era incluso il Castello di Lariano con i territori
ad esso annessi. I Colonna non cedettero e scoppiò la guerra. Gli ottomila fanti del Papa riconquistarono
alla Chiesa Albano, Castel Gandolfo, Civita, Zagarolo e perfino Palestrina feudo principale dei Colonna, ma
non riuscirono nella conquista del Castello di Lariano.
Il Papa inviò ben quattromila fanti ad assediare Lariano e a questi si aggiunsero altri ottocento soldati di
Velletri, guidati da Paolo Annibaldi della Molara. Vi fu un attacco in massa e i difensori si attestarono
con armi nella chiesa di San Silvestro. La lotta durò ancora qualche tempo, fino a che i Larianesi, sfiniti e senza possibilità di aiuti da altre casate capitolarono.
Del Castello rimangono dei Ruderi inglobati all'interno del bosco e molto suggestivi. Presenti sul posto
edicole con spiegazioni e ricostruzioni visive del castello e della sua vita. E' ancora possibile osservare
la cisterna di età romana in loco.
[la broshure in pdf con tutti gli itinerari e poi del
parco puo essere scaricata da [http://www.parcocastelliromani.it/carta-del-parco]]
Sentiero 519 -520-519a-519: Monte Peschio, Maschio d'Ariano.
Il sentiero 519 consente di effettuare la traversata dell'Artemisio, dal versante nord (via del Vivaro)
al versante sud, Fontana Marcaccio (Velletri).
All'incrocio di via Vivaro con la stradina del centro equestre F.I.S.E. si supera la sbarra lato Artemisio e
si percorre il sentiero per circa 200 metri. Si volta a destra e successivamente a sinistra.
Il sentiero inizia a salire dapprima dolcemente poi in maniera più accentuata sino a raggiungere
il bivio da cui si dirama il raccordo 519a che conduce alla Valletta del Lupo in direzione del maschio d'Ariano.
Si procede verso destra e dopo una lunga e abbastanza ripida salita si arriva ad incrociare il sentiero 520
nei pressi di monte Peschio.
Qui si svolta a sinistra direzione est e si prosegue esattamente lungo lungo tutta la dorsale del gruppo
Artemisio, prima scendendo verso la Valletta del Lupo poi risalendo verso il Maschio d'Ariano e Castello Ariano.
Per tornare indietro si può ritornare fino alla Valletta del Lupo e qui si svolta a destra in discesa
per il sentiero 519a fino all'incrocio con il sentero 519 fatto in salita. Poi si svolta a destra procedendo
per lo stesso tratto dell'andata.
Distanza, andata: 6,0 km; ritorno: 3,3km; Durata totale: circa 3 ore.
Difficoltà: impegnativa.