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Il Vallone Tempesta è una fenditura che si apre sul versante nord ovest del cratere che circoscrive le acque dello Specchio di Diana, il lago di Nemi. Fontan Tempesta - Nemi Alle sue spalle si staglia alto Monte Cavo, antica dimora del Tempio di Giove Laziale, mentre ai suoi piedi guardando verso est- troviamo tuttora le vestigia del Tempio di Diana Nemorense. La sua geografia lo rende un luogo situato al centro polarizzato fra i due dei luoghi più sacri di tutto il Latium Vetus. Lo studioso indipendente Giuliano di Benedetti sostiene che questa luogo, per gli antichi, abbia ricoperto una valenza simbolica molto specifica: durante la glaciazione di Wurm, quando la terra era avvolta dalle nevi e dai ghiacci, la temperatura nel bacino di Nemi sarebbe rimasta mite in virtù della natura vulcanica del luogo. Il Vallone Tempesta, nel 10.000 a.C., sarebbe apparso alle popolazioni umane di transito come un autentico Paradiso Terrestre, un luogo ospitale dal quale sbuffavano vapori caldi che rendevano fertili e verdeggianti le terre circostanti. Osservando lo scenario dalla città di Genzano, Monte Cavo e il Vallone sarebbe apparsi come il paradigma di un ventre gravido che partorisce la vita ed è per questo che proprio sulle sponde del lago sarebbe stato edificato il nucleo primigenio di un tempio dedicato alla Dea Madre, culto tramutatosi in seguito- nella venerazione della dea dei boschi, Diana. [da un articolo di Nemora, Alessandra]

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Situato sulla sponda orientale del lago di Castel Gandolfo – o lago Albano – e antico luogo di culto precristiano sul quale si innesta una comunità monastica, fa la sua prima apparizione nei documenti ufficiali in una bolla papale del 24 aprile 1116. resti Cappella di S. Angel in lacu Il Cardinale Savelli lo restaura nel XIII secolo e lo destina ai padri Guglielmini di Montevergine. Abitato fino al 1600, risulta che i frutti coltivati nel romitorio di Sant'Angelo in Lacu venissero serviti alla mensa papale di Castel Gandolfo. Nel corso del XVII secolo tutta l’area dei Castelli Romani è infestata dai briganti, i quali trovano rifugio anche nell'eremo che risulta ormai abbandonato e perciò il Cardinale Colonna, nel 1773, dà l’ordine di distruggerlo. Troviamo tra l'altro le rovine di una cappella risalente all'incirca al 1200. All'interno è ancora chiaramente visibile il piccolo abside ospitante una statua moderna in gesso di Maria Vergine, in frantumi. La parete deve essere stata intonacata nel Novecento, da qualche gruppo di fedeli che di tanto in tanto si recava qui in pellegrinaggio. La statua distrutta, i fiori sbriciolati, le immaginette storte e sbiadite, tutto lascia pensare a uno stato di abbandono perdurante. Fino a non molto tempo fa il romitorio di Sant'Angelo era oggetto di escursioni, poi l’abbandono e una frana lo hanno reso difficilmente raggiungibile e il risultato è chiaramente visibile. Vi aggirate fra i resti, infilandovi nelle piccole camere adiacenti la cappella e scoprendo che un tempo costituivano una serie di locali dal soffitto basso. Una volta usciti dalle cavità guardate in alto e vi rendete conto che la struttura sembrava essere costituita anticamente da due piani. Non sappiamo dire con certezza se originariamente questo ambiente fosse sotterraneo o se i secoli abbiano depositato detriti fino a rendere il terreno calpestabile del bosco a livello del piano superiore. [da un articolo di Nemora, Alessandra]

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Attenzione: la proprietà "autoplay" non è supportata da tutti i browser!!!" Il Vallone Tempesta è una fenditura che si apre sul versante nord ovest del cratere che circoscrive le acque dello Specchio di Diana, il lago di Nemi. Fontan Tempesta - Nemi Alle sue spalle si staglia alto Monte Cavo, antica dimora del Tempio di Giove Laziale, mentre ai suoi piedi guardando verso est- troviamo tuttora le vestigia del Tempio di Diana Nemorense. La sua geografia lo rende un luogo situato al centro polarizzato fra i due dei luoghi più sacri di tutto il Latium Vetus. Lo studioso indipendente Giuliano di Benedetti sostiene che questa luogo, per gli antichi, abbia ricoperto una valenza simbolica molto specifica: durante la glaciazione di Wurm, quando la terra era avvolta dalle nevi e dai ghiacci, la temperatura nel bacino di Nemi sarebbe rimasta mite in virtù della natura vulcanica del luogo. Il Vallone Tempesta, nel 10.000 a.C., sarebbe apparso alle popolazioni umane di transito come un autentico Paradiso Terrestre, un luogo ospitale dal quale sbuffavano vapori caldi che rendevano fertili e verdeggianti le terre circostanti. Osservando lo scenario dalla città di Genzano, Monte Cavo e il Vallone sarebbe apparsi come il paradigma di un ventre gravido che partorisce la vita ed è per questo che proprio sulle sponde del lago sarebbe stato edificato il nucleo primigenio di un tempio dedicato alla Dea Madre, culto tramutatosi in seguito- nella venerazione della dea dei boschi, Diana. [da un articolo di Nemora, Alessandra]


Giancarlo, copyleft - ultimo aggiornamento: 10/03/2020