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Speco di San Michele Arcangelo

Lo speco – o romitorio, o eremo – di San Michele Arcangelo è una delle tante perle che Nemi nasconde. Le bellezze di questo paesino sono tanto affascinanti quanto abilmente occultate.
L’ingresso dello speco di San Michele in Nemorensi è un inghiottitoio oscuro incorniciato dall'edera. Probabilmente il sito era già in uso agli albori dell’epoca cristiana, tuttavia le prime nozioni sull'esistenza del romitorio con funzione religiosa e ascetica ci giungono da documenti risalenti al XII secolo. L’eremo di San Michele è innestato in un grande sperone di roccia lavica, lastricato in peperino e a tratti mostra ancora porzioni degli affreschi del 1400 che un tempo lo ricoprivano per intero.
Lungo le mura dell’interno si possono notare una serie di nicchie, probabilmente utilizzate per riporre le lampade atte all'illuminazione dell’antro, sulla destra si trova l’entrata originale, attualmente sbarrata da un cumulo di rocce.
Subito dopo l’ingresso, sulla destra, è possibile notare la prima porzione di affresco sopravvissuto, rappresentante San Pietro con le chiavi dell’aldilà, San Bernardino e il martirio di San Sebastiano, trafitto dalle frecce. Pietro reca in mano un testo aperto, l’inscrizione recita “Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il Diavolo, come un leone affamato cerca prede” .
L’eremo fu attivamente curato dai monaci e visitato dai fedeli in pellegrinaggio fino al 1700 ma dal secolo XVIII iniziò il suo declino: venne abbandonato,
[da un articolo di Nemora, Alessandra]